Eventi trombotici, i fattori clinici sono importanti nel determinare la durata della terapia anticoagulante
I dati sull’incidenza di episodi trombotici venosi e l’effetto dei diversi fattori di rischio, compresa la trombofilia, restano motivo di controversia.
Non è ancora noto il potenziale beneficio dello screening per la trombofilia per la definizione delle strategie di profilassi e della durata del trattamento anticoagulante.
Ricercatori della Leiden University Medical Center, in Olanda, hanno compiuto uno studio per verificare l’incidenza di eventi trombotici nei pazienti dopo un primo evento trombotico, ed i suoi determinanti.
Hanno preso parte allo studio 474 pazienti consecutivi di età compresa tra i 18 ed i 70 anni, senza una nota neoplasia, trattati per un primo evento trombotico oggettivamente confermato, presso i centri di anticoagulazione olandesi.
Il Leiden Thrombophilia Study ( LETS ) è stato condotto tra il 1988 ed il 1992 ed i pazienti sono stati tenuti sotto osservazione fino al 2000.
Il 94% dei pazienti arruolati ha terminato il periodo osservazionale, che è stato in media di 7.3.
Ricorrenza di eventi trombotici si è avuta in 90 pazienti su un totale di 3477 pazienti-anno.
L’incidenza di un evento trombotico è stata di 25.9 per 1000 pazienti-anno, ed è risultata maggiore nei primi due anni ( 31.9 per 1000 pazienti-anno ).
Inoltre il rischio di ricorrenza di un evento trombotico è stato 2.7 volte più elevato tra gli uomini rispetto alle donne.
I pazienti per i quali l’evento trombotico iniziale era di tipo idiopatico hanno riportato un più alto rischio di ricorrenza di eventi trombotici rispetto ai pazienti il cui evento trombotico iniziale era stato indotto ( hazard ratio, HR = 1.9 ).
Le donne che hanno fatto uso di contraccettivi orali durante il periodo di follow-up hanno avuto una più alta percentuale di ricorrenza dell’evento trombotico ( 28.0 per 1000 pazienti-anno ) di coloro che non ne hanno fatto uso ( 12.9 per 1000 pazienti-anno ).
I rischi di ricorrenza di un evento trombotico in base ad anomalie di laboratorio sono risultati compresi tra un HR di 0.6 nelle pazienti con elevati livelli di fattore XI ed un HR di 1.8 per le pazienti con carenza di fattori anticoagulanti.
La ricerca di difetti protrombotici ha uno scarso impatto sulle strategie di profilassi.
I fattori clinici sono, probabilmente, più importanti delle anomalie di laboratorio nel determinare la durata della terapia anticoagulante.( Xagena2005 )
Christiansen SC et al, JAMA 2005; 293: 2352-2361
Cardio2005
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